sabato 25 ottobre 2014

[Riflessioni] Sulle distopie...

Articolo di: AleK

Avevo già espresso la mia opinione sul genere distopico nella recensione di Puttana da Guerra.
Ora, dopo la visione del cortometraggio A Darwinian Future di John Powell, confermo tutto, parola per parola, il genere controutopico sta subendo delle violenze fisiche.
Anzi, sembra quasi la realizzazione di una distopia: per evitare che vengano trasmessi concetti importanti, il sistema sta riempiendo il mondo di opere distopiche ridicole, senza idee e vuote, ma che sembrano fighe e impegnate.

Già dal titolo (A Darwinian Future) sentivo odore di fregatura... Un Futuro Darwiniano, come se la teoria darwiniana dell'evoluzione venisse da un racconto di fantascienza di Jules Verne.
Ma lasciamo perdere i dettagli e vediamo come non dovrebbe essere fatta un'opera appartenente al genere della Distopia (o Controutopia).



Iniziamo subito alla grande, con una bella fobia sulla tecnologia e sulle innovazioni, roba degna de Il più grande uomo scimmia del pleistocene: le macchine si rivolteranno contro l'uomo e lo obbligheranno ad una vita terrificante in cui lo sorvegliano 24 ore al giorno.
Se questa è la premessa e l'analisi sociologica su cui si basa l'opera, già è chiaro che non ci sarà nessuna considerazione seria riguardante la nostra società, ma solo una versione fastfood delle idee che Orwell esponeva in 1984, mescolate all'originalissima idea della ribellione delle macchine.
E infatti... basta buttare via quasi 7 minuti della propria vita terminando il video per scoprire  la nostra bella distopia comprata al Kg al supermercato, non solo priva di qualsiasi considerazione sociale e politica di qualche rilievo, ma addirittura pericolosa, perché distoglie l'attenzione da problemi importanti dando spazio a fesserie...

Innanzi tutto abbiamo un futuro in cui l'uomo sarà video sorvegliato tutto il tempo... no dai, dico sul serio, nel futuro immaginato da questo genio, l'uomo avrà una SIM integrata, ma sarà video sorvegliato!
Non solo un'idea vecchia di decenni e ormai messa in pratica da anni con la scusa della sicurezza nazionale, ma addirittura che denota la più totale e assoluta ignoranza in fatto di tecnologia.
Con una SIM integrata, chiunque potrebbe sapere tutto di tutto elevato al cubo su qualsiasi persona del pianeta comodamente da casa sua. E in caso di problemi, potrebbe intervenire a distanza.

Un filmato come questo riduce in poltiglia i poveri cervelli che vorrebbe svegliare.
Gli fa credere di non essere già monitorati 24 ore al giorno solo grazie al semplice uso di uno smartphone e delle millemila app di geolocalizzazione in grado di registrare qualsiasi interesse o abitudine di un utente (ci sono software che identificano le marche di vestiti o prodotti che appaiono nelle foto che ci scambiamo), perché questo aspetto non è minimamente discusso, non viene preso in considerazione neppure di striscio, è interamente focalizzato sulle ronde robotiche e le telecamere. Una cosa del genere avrebbe potuto avere senso negli anni '80.

Ehhhhh, tranquilli, finché non piazzeranno telecamere ovunque, tuttapo'...

Il resto del video, mi riferisco alla forma, è ridicolo come il contenuto, robot di qualche quintale che han bisogno di dare calci volanti per atterrare un umano e che fanno i danni che farebbe una ragazzina di 40 kg... il tutto immerso in un'India cyberpunk che da Il fiume degli Dei va molto di moda (mamma mia, l'autore non ha avuto neppure mezza idea propria...).
E poi il gran finale... il tizio si cambia la SIM ed è a posto.
Merda, se ne accorgeva il mio Ericksson T18 del 1999 se gli cambiavo la SIM, ma in un futuro dominato da intelligenze artificiali nessuno si accorge se un dispositivo ha cambiato la scheda. Eh, beh...

L'unica cosa probabile che ho visto nel video è che se continueremo a dare soldi per produrre banalità di questo tipo, considerandole pure interessanti, verremo sicuramente dominati da entità artificiali retard come quelle presenti in quest'opera.

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