martedì 13 ottobre 2015

Effetto valanga di Mack Reynolds

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Articolo di:AleK

Dopo aver discusso di Mercenario, non si poteva non prendere in considerazione uno dei libri più (tristemente) noti di Mack Reynolds. Per lo meno, noto in Italia.

Scritto nel 1974 questo libro ha cessato di essere un testo di fantascienza per convertirsi in uno profetico nel 2008. Anche se c'è da aggiungere che il futuro immaginato da Reynolds, per quanto popolato da politici inutili, affaristi senza scrupoli che guidano la politica, masse ignoranti, era comunque migliore del nostro presente: per lo meno in quel mondo la ricerca spaziale è proseguita fino a creare basi lunari... davvero troppo ottimistico.

Ma, aldilà del mondo molto simile al nostro, l'evento cruciale  descritto nel libro, e che lo rende tristemente famoso e profetico, è la devastante crisi economica immaginata da Reynolds, così simile alla crisi attuale da lasciare una profonda sensazione di amarezza dopo la lettura, nonostante si tratti comunque di una commedia leggera.
Più che amarezza, forse frustrazione di fronte all'ineluttabilità degli eventi, nonostante denunce, nonostante avvisi, sempre l'umanità preferisce mungere la vacca finché è grassa senza curarsi del futuro. E nessuno può (o vuole) fare qualcosa per cambiare.

Ovviamente, si tratta di un libro da leggere, uno di quei classici della fantascienza da conoscere, perché dimostra che nel genere non ci sono solo inutili storie di immense battaglie spaziali tra imperi galattici o stupidaggini simili, ma anche libri di denuncia e scritti per far riflettere, per porre problemi, nel vano tentativo di cercare di migliorare le cose nel mondo. Certo molta gente nella fantascienza cerca proprio la vacuità anzi, pretendono dal genere solo quello, facendo finire in sordina testi di grande importanza sociale come questo ma, d'altra parte, è anche vero che con gente del genere questa crisi economica (e politica) era pure inevitabile, dunque tutto torna e si spiega anche perché gli eventi negativi appaiano sempre così ineluttabili: la gente non vuole riflettere. E così stiamo precipitando ancora una volta in una stupidissima guerra fredda, con gente già schierata da una parte o dall'altra, arrivando a giustificare come necessarie cose che normalmente non accetterebbero mai. Ma no, non leggiamo Un cantico per Leibowitz, troppo impegnato, ci fa riflettere sulla stupidità umana, leggiamoci un bel fantasy con eroi che combattono contro l'Oscuro Signore e poi prendiamo in giro quelli che leggono i libri sui vampiri adolescenti...

Naturalmente questa mia introduzione vi farà pensare ad un libro barboso, pesante, denso di nozioni... No. Dico... purtroppo no. Come anticipato si tratta di una commedia leggera e questo è il suo maggior difetto, i finali delle varie storie sono molto ingenui nelle loro risoluzioni e i toni troppo scanzonati, tipico di questo genere di commedie, non lo si percepisce mai come un libro di denuncia e questo, a mio avviso, è un piccolo difetto, perché i contenuti perdono un poco della loro forza. Resta comunque un testo molto profondo, a saper leggere tra le righe alcune considerazioni buttate là in battuta hanno implicazioni drammatiche, come una certa tendenza di uno dei protagonisti ad abusare leggermente del proprio potere, decidendo quasi sulla vita e sulla morte di altri personaggi.
E' vero, oggi è facile vederne la genialità, quanto predetto alla fine si è realizzato, col senno di poi è facile fare critica letteraria... la mia stima va a chi ha saputo elogiare l'opera a suo tempo, vedere dietro l'umorismo e le battute un pericolo reale.
Ed è questo il punto.
Spesso, leggendo commenti o recensioni di varie opere, mi rendo conto che il lettore generalmente tende a sdrammatizzare certe situazioni o certi messaggi, focalizzandosi solo sugli aspetti meno importanti di un testo, come la parte umoristica (come può essere in questo caso) o la risoluzione di un mistero o l'avventura. Ormai sono cose che ripeto da tempo e che infilo a forza in quasi tutti i miei articoli, però ritengo che sia anche ora che le cose inizino a cambiare nel mondo e che il primo passo sia espandere un po' la mente, la capacità d'analisi e la razionalità della gente.
Rivendico dunque il ruolo centrale, come fonte di dibattito e istruzione, dell'arte, della letteratura e del cinema contro il mero intrattenimento. Sono fermamente convinto che un libro debba istruire, informare, porre dubbi nella mente di un lettore e non debba essere l'alternativa al sudoku. Questo non significa che non si debba fare intrattenimento, significa che l'intrattenimento debba contenere informazioni, proporre problemi, mostrare situazioni diverse dal senso comune o dalle ideologie del momento, ecc...

Un altro punto importante che, ridendo e scherzando, viene affrontato dal libro riguarda il libero arbitrio. Normalmente una persona pensa di essere assolutamente libera nel prendere le decisioni, dalle più importanti alle più futili. E' assolutamente ovvio che, se qualcuno decide di farsi i risvoltini nei pantaloni, ciò dipende esclusivamente dal fatto che abbia stabilito come necessaria quell'azione in maniera del tutto indipendente e che solo per pura casualità la stessa idea sia venuta milioni di persone...
Scherzi a parte, siamo tutti consapevoli dell'incredibile influsso della pubblicità e della moda sulla nostra mente, ma se è così, perché non ci rendiamo conto che persone che sono in grado di farci spendere 600 euro per uno stupidissimo telefono che fa le stesse identiche cose di uno da 150, possono essere in grado di condizionarci anche per scelte molto più importanti? Perché non ci rendiamo conto che i dibattiti politici solo raramente hanno come fine la risoluzione di un problema e il più delle volte sono solo manipolazioni delle masse al fine di ottenere voti (perché è quello il fine di un politico: ottenere voti, non risolvere problemi. La risoluzione dei problemi può solo far perdere voti)? E, se ce ne rendiamo conto, perché non riusciamo  risolvere il problema?
Questo libro analizza proprio le basi di questi problemi e come nascono certe manipolazioni (come il successo di un libro mediocre, per fare un esempio meno politico): si sceglie un prodotto, si diversifica l'offerta di questo prodotto, si fa credere che sia un incredibile successo e, magicamente, si trasforma in un successo reale. Non è neppure necessario creare il bisogno. Nel momento in cui si crede che tutti possiedano qualcosa, il bisogno nasce spontaneo.

Però, come anticipato e ripetuto fino alla noia, Effetto valanga non è per me un libro perfetto e il suo principale problema sta nell'essere una commedia molto leggera e dunque nell'inevitabile finale super ottimistico in cui tutti i meccanismi di controllo (autoritari o di marketing) messi in atto finiscono per rivoltarsi contro i personaggi, come se alla fine si fosse tirata troppo la corda e la gente si fosse stancata.
La realtà insegna altro purtroppo, nonostante la crisi economica sia alla fine arrivata davvero, tutti quei sistemi sono ancora oggi utilizzati e funzionanti. Non è cambiato nulla.

2 commenti:

  1. Indubbiamente è un libro profetico, probabilmente Reynolds ha scelto "volutamente" di utilizzare un tono leggero proprio per far passare più agevolmente la sua critica.

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    1. In effetti, può essere. ^^
      Il fatto è che con una commedia si tende a minimizzare i messaggi. Per lo meno a me sembra che in generale accada questo.

      Intanto, approfitto del commento per correggere un'informazione dell'articolo. Il libro intero è del 1974, ma si tratta dell'unione di tre racconti differenti più vecchi: "The Expert" (1955); "Fad" (1965); "Depression... or Bust" (1967).
      Questo almeno da quanto leggo su Wikipedia...

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